Che cosa si intende per consulenza psicologica?
La consulenza psicologica è un momento di incontro tra chi sente un disagio per il quale sperimenta sofferenza o si sente in difficoltà (individuo, coppia e famiglia) e un esperto. E’ il mezzo che permette di creare uno spazio di attenzione ai propri segnali di malessere ed iniziare ad occuparsene.
Il malessere può derivare da cause differenti.
Tra le circostanze difficili e particolari che la persona incontra in quel periodo della sua vita, si possono citare problemi personali e familiari (momenti di crisi e difficoltà di coppia, trasferimenti, problematiche relative all’educazione dei figli, rapporti difficili con la famiglia d’origine, svincolo dei figli solitudine, lutti, malattie), professionali (disoccupazione, stress, mobbing, burnout, fallimenti),situazioni di difficoltà legate a fasi evolutive (incertezza sulla scelta degli studi e/o del lavoro, pensionamento, vecchiaia e malattie) e allo sviluppo affettivo (relazioni sentimentali insoddisfacenti o assenti, amicizie scarse o deludenti).
Si può anche sperimentare malessere o insoddisfazione in relazione ai propri modi di essere e caratteristiche individuali poiché si percepisce che condizionano negativamente la propria esistenza (eccessiva timidezza, bassa autostima, problemi nella gestione delle emozioni).
Data la molteplicità delle situazioni possibili, quando una persona, una coppia o una famiglia richiede un aiuto psicologico, occorre innanzi aiutare le persone a capire e definire meglio il proprio problema e i propri bisogni e ad avere una visione più chiara delle proprie aree critiche e dei propri punti di forza.
Questa valutazione preliminare in genere occupa 2-3 sedute e consente allo psicologo/ psicoterapeuta di formulare le prime ipotesi diagnostiche individuali e relazionali. Sono queste che lo guideranno poi a scegliere ed elaborare un eventuale percorso di sostegno idoneo condiviso dal paziente.
Completata la valutazione sarà possibile stabilire la frequenza degli incontri (settimanale bisettimanale, quindicinale, mensile) e la loro durata (da un’ora per l’individuale ad un’ora e mezza per le coppie e le famiglie), chi coinvolgere (l’individuo, la coppia, la famiglia) in base agli obiettivi da raggiungere e ai bisogni delle persone in quel momento.
Gliscopi della consulenza psicologica iniziale si possono così sintetizzare:
- Prima di tutto occorre favorire una più approfondita conoscenza della situazione che ha portato alla consultazione: si mettono a fuoco le problematiche che hanno creato il disagio, i tentativi di soluzione già sperimentati senza successo, le aspettative rispetto all’eventuale trattamento.Se l’aspettativa è che con il percorso psicologico tutto tornerà “come prima” questo implica una certa ambivalenza tra il desiderio di progredire e quello di tornare indietro. Le cose vecchie si conoscono, quelle nuove possono fare paura. Ad ogni modo crescere significa dire andare avanti, accogliere cose inattese e non previste, accettare l’incertezza e la parte di sofferenza legata al cambiamento. E’ faticoso, ma credetemi quando vi dico che ne vale la pena!Se l’aspettativa è che tutto dipende dalla qualità professionali dell’esperto, tenete presente che anche se uno psicologo o uno psicoterapeuta ha un buon bagaglio di esperienza, competenza tecnica e svolge il suo lavoro con passione, questo gli permetterà di darvi un concreto sostegno, ma non esistono tecniche che vi cambieranno l’esistenza in breve tempo. Quando i pazienti aspettano una soluzione rapida come quella che può venire da una pillola miracolosa, di solito adottano un atteggiamento passivo rispetto al proprio benessere e delegano lo psicologo a procurarglielo, dimenticando che per il raggiungimento del proprio equilibrio psicologico ci vuole non solo fiducia nell’altro, ma anche e soprattutto impegno personale e fatica. La consulenza psicologica o la psicoterapia si realizzano all’interno di una relazione in cui entrambe le persone coinvolte hanno un compito da svolgere.
- Il secondo passo della consulenza psicologica iniziale è quello di definire con lo psicologo uno o più obiettivi da raggiungere per ripristinare una condizione di benessere.
- Il terzo momento riguarda la valutazione dei mezzi disponibili per risolvere la difficoltà.
Al termine della prima seduta di consulenza psicologica potrebbero verificarsi le seguenti situazioni:
- nella maggior parte dei casi può essere necessario completare la valutazione della situazione problematica con qualche altra seduta (2 o 3), realizzando un eventuale approfondimento diagnostico, anche tramite l’integrazione delle osservazioni cliniche con l’uso di test o questionari, se si prospetta una situazione più patologica;
- in altri casi si è già in grado di concordare sull’opportunità di un breve ciclo di sedute di counselling di sostegno o di una terapia di coppia.
- Il counselling di sostegno mira a creare uno spazio di riflessione sulla situazione di vita che ha generato la condizione di disagio per:
- approfondire i vari aspetti del problema vissuto dal paziente,
- esprimere le relative emozioni,
- mettere a fuoco i propri obiettivi,
- scoprire e valorizzare le proprie risorse,
- costruire ipotesi di soluzione in un’ottica di problem solving.
- talvolta, già dopo la prima seduta potrebbe essere risultare più opportuno un invio ad altri professionisti o ad una struttura più adeguata a trattare quel particolare problema.
- infine, più raramente si decide subito per una psicoterapia perché questa richiede di solito maggiore approfondimento della situazione di partenza. Questo accade quando la sofferenza è di lunga data o sono presenti sintomi limitanti, perciò è necessario che le persone si mettano in gioco in modo più sistematico accettando la responsabilità di impegnarsi più a lungo con il terapeuta per il loro benessere.
Qualunque sia l’esito della prima consulenza , il fatto che la persona si sia fermata a pensare alla propria difficoltà e che si sia concessa uno spazio prestando attenzione anche alle sue emozioni, sarà in ogni caso un’iniziativa importante e di valore per la sua vita.